Per ogni anno accademico, l’Istituto Armando Curcio propone due differenti progetti di ricerca. Le operatività vengono coordinate dai docenti delle discipline affini all’area tematica prescelta. A condurre la ricerca sono chiamati studenti, neolaureati e docenti. I risultati dello studio condotto confluiscono poi in una pubblicazione all’interno del catalogo University press.

HATE SPEECH E HATE WORDS_INTERPRETAZIONE E POSSIBILI SOLUZIONI

Coordinatore Prof. Marino D’amore Componenti del gruppo di ricerca Prof. Valerio Mancini Prof. Riccardo Angelo Colabattista Osservatorio esterno Prof.ssa Maria Rita Parsi Prof. Fabio Iadeluca

LA RICERCA DELLE INFORMAZIONI IN RETE PER LA DIDATTICA_OPPORTUNITA’ E CRITICITA’

Coordinatore Prof.ssa Cristina Siciliano Prof.ssa Barbara Brocchi Componenti del gruppo di ricerca Prof. Gianluca Gentile Osservatorio esterno Prof. Alessandro Cecchi Paone Prof. Cristina Siciliano

Premessa
Diversi sono stati i tentativi di regolamentazione del fenomeno dell’hate speech sul web. Con D.L. del 2015 sono dettate “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” che prevede la rimozione dei contenuti offensivi da parte dei gestori oppure la segnalazione al Garante della Privacy. È prevista una ‘procedura di ammonimento’ in caso di reati compiuti da utenti sotto i 14 anni, in cui il questore convoca il minore con un genitore. Il DDL Campana prevede la reclusione per chiunque “cagioni un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero ingeneri un fondato timore per la propria incolumità” attraverso una serie di atti qualificati come “bullismo o bullismo informatico”. È stata
presentata una proposta di legge che interviene sulla “tutela dell’identità personale in Internet”, in particolare per i minori, sul “diritto all’oblio, aggiornamento e rettificazione dei dati personali” e prevede infine alcune
disposizioni in materia di diffamazione e ingiuria, con in particolare una revisione della disciplina relativa alla diffamazione a mezzo stampa. È nel luglio del 2015 la Carta Italiana dei Diritti di Internet con lo scopo di
offrire un insieme di principi e valori di alto livello nell’accesso e nella fruizione di Internet. All’art. 13 si afferma che “non sono ammesse limitazioni della libertà di manifestazione del pensiero”, ma anche che “deve essere garantita la tutela della dignità delle persone da abusi connessi a comportamenti quali l’incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza”.


Contenuti della ricerca
Nonostante l’attivazione del legislatore si è registrato un aggravarsi del fenomeno soprattutto durante il periodo pandemico. Aumenta la percentuale di ragazze e ragazzi che vivono esperienze negative navigando in Internet: erano il 6% nel 2010, sono diventati il 13% nel 2017. Il 31% degli 11-17enni dichiara di aver visto online messaggi d’odio o commenti offensivi rivolti a singoli individui o gruppi di persone, attaccati per il colore della pelle, la nazionalità̀ o la religione. Di fronte all’hate speech il sentimento più diffuso è
la tristezza (52%), rabbia (36%), disprezzo (35%), vergogna (20%). Ma nel 58% dei casi gli intervistati ammettono di non aver fatto nulla per difendere le vittime. Le “parole per ferire” hanno alterato il vocabolario italiano introducendo categorie di parole che risultano dichiaratamente aggressive e vengono utilizzate con tale finalità (De Mauro, 2016). Linguistica e letteratura italiana quindi hanno recepito l’aggressività dei linguaggi e delle narrative generazionali ciò merita sicuramente un approfondimento transdisciplinare che indaghi sulla genesi del fenomeno e ne individui testi e contesti che normalizzato l’adozione.


Approfondimenti
1. Pratiche discorsive e norme d’uso: visione distorta del danno, provocato o subito.
2. Cyberbullismo
3. Hate speech e narrazioni in mainstream
4. Formazione e tutela dei più giovani: un impegno condiviso
5. Uso consapevole di tutte le piattaforme oggi disponibili.


Obiettivi
La ricerca intende analizzare i linguaggi, gli ambienti, le pratiche e le tematiche che caratterizzano il fenomeno dell’hate speech e dell’hate words presso le fasce più giovani; al contempo intende fornire spunti e proposte da mettere a disposizione delle istituzioni e della società civile tutta.

Premessa
Il periodo pandemico ha portato alla chiusura delle istituzioni scolastiche e universitarie in 192 paesi; ciò ha avuto un impatto notevole su oltre il 60% della popolazione studentesca mondiale accrescendo preoccupazioni e vulnerabilità degli studenti a causa delle perdite significative di
apprendimento a lungo termine. I docenti hanno affrontato problematiche legate all’impossibilità di convivenza fisica con gli studenti ma anche la criticità nel reperimento, nella selezione o nella individuazione di contenuti adeguati a fronteggiare nuove forme di didattica come la duale o dall’aula estesa, caratterizzata cioè dalla contemporanea attenzione a studenti presenti fisicamente in aula e studenti collegati in modalità sincrona. Alcune delle problematiche che scaturiscono dalla modalità duale hanno inciso negativamente sull’efficacia delle lezioni oltre che sul la motivazione degli studenti.


Contenuti della ricerca
Tutte le esperienze di ricerca in rete fatte dai docenti in classe riportano le grandi difficoltà nel dover trattare un flusso informativo ingestibile perché troppo elevato: infatti la quantità di riferimenti presenti nel web e il poco tempo a disposizione, porta inevitabilmente ad abbandonare
l’esplorazione dopo l’analisi della prima decina di documenti recuperati da un motore di ricerca o da un indice in rete. Quanti di questi potrebbero essere utili per gli obiettivi educativi che si pone il docente? Non lo sappiamo. I motori di ricerca non sono infatti “intelligenti” e presentano molto
spesso risultati non pertinenti. Oltre a questo tipo di problema esiste anche quello della polisemia. Per operare ragionevolmente in questo contesto informativo caotico e dispersivo si deve tentare di ridurre il carico cognitivo, quindi diminuire il numero di documenti da esaminare? In parte si potrebbe lavorare sulla ri-formulazione metacognitiva delle esigenze informative.


Approfondimenti
1. La ricerca on line e l’importanza del ruolo del docente come facilitatore
2. Fattori che ricercano la ricerca in rete
3. Strategie e tattiche di ricerca
4. Browsing vs Searching
5. Stili cognitivi
6. Risorse interpersonali, bibliografiche, documentali


Obiettivi
La ricerca intende performare le metodologie di insegnamento online in modo da soddisfare le esigenze dell’istruzione scolastica -tutta- durante l’erogazione della formazione nella classe duale/estesa e nella classe remota; intende inoltre promuovere la fusione degli aspetti pedagogici,
tecnici e tecnologici nella riprogettazione del percorso formativo lavorando sulla introduzione di strumenti metacognitivi più innovativi e contemporanei. Verranno quindi prodotte analisi qualitative con pertinenti tecniche quali griglie di analisi dei documenti, tracce per interviste e focus group e tecniche di analisi del contenuto anche attraverso l’utilizzo di piattaforme come
Scuola digitale Armando Curcio (SDAC).