Le ricorrenze a cui siamo abituati sono innumerevoli, il calendario e gli spot pubblicitari – assieme agli immancabili promemoria delle notifiche social – catturano la nostra attenzione riportandoci a memorie storiche, ci sensibilizzano al tema di malattie più o meno diffuse o diventano il pretesto per ringraziare qualcuno di importante. Più singolare è la ricorrenza del 21 marzo, giornata dedicata alla poesia: all’arte di saper trovare le parole giuste.
Sarà forse un caso che proprio lo stesso giorno, oltre a salutare l’arrivo della primavera, nel 1931 veniva al mondo Alda Merini, i cui versi hanno incantato e ispirato tanti amanti del genere, rendendola uno dei nomi più noti nel panorama letterario italiano.
Oggi la poesia ha quanto mai bisogno di essere celebrata e diffusa per la sua capacità di emozionare, con poche parole ben scelte e disposte, inserendosi con esattezza nel ritmo frenetico di comunicazioni frettolose e asettiche.
La giornata, sin dalla sua istituzione nel 1999 per opera della XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco, si conferma come occasione per una rilettura dei classici o per lanciare firme del tutto nuove con letture, seminari o con la proiezione di documentari.
Ogni evento guida nell’indagine di personalità e biografie da cui hanno avuto origine alcuni dei versi più noti; ogni rassegna ha il compito di promuovere una consapevolezza diversa rispetto alla poesia: non semplice esercizio mnemonico a cui sin da bambini le scuole ci abituano, ma strumento potente e fortemente trasversale per risvegliare certi sensi assopiti da un numero sempre maggiore di informazioni rapide, tecniche, volatili.
Che la poesia sia proprio per tutti, del resto, ce lo hanno insegnato personaggi come “Il postino” di Massimo Troisi, dove lo stesso Pablo Neruda ricorda:
Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l’esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla