Packaging Design – Quando la confezione è fatta ad arte

Packaging design – Quando la confezione è fatta ad arte

Non giudicare un libro dalla copertina a volte è difficile, e questo vale per qualsiasi prodotto. La veste grafica di tutto ciò che compriamo influenza la nostra scelta, è un dato di fatto. E l’industria della pubblicità si ingegna senza sosta per trovare il modo più efficace di sorprenderci e attirarci. Creatività e praticità sono le due parole chiave per un packaging ben riuscito. Vediamo insieme perché il Packaging Design è fondamentale per il successo di un prodotto.

Cos’è il Packaging?

Partiamo dal principio, da cos’è il packaging e a cosa serve. Letteralmente, tradotto dall’inglese significa imballaggio, ma può essere soltanto questo? Ovviamente no. Dietro alla parola packaging si nasconde un intero mondo lavorativo, l’arte di confezionare i prodotti tenendo conto anche di tutti i passaggi che lo coinvolgono, dalla distribuzione, allo stoccaggio e alla vendita.

 

 

Cosa fa quindi un Packaging Designer?

Il packaging di un prodotto può portarlo al successo o decretarne il fallimento, indipendentemente dalla sua qualità intrinseca rispetto ai concorrenti sul mercato. Esatto, il lavoro del Packaging Designer è così importante. Questo perché quando siamo al supermercato o al centro commerciale ci affidiamo alla vista per giudicare un prodotto. E allora un colore, un materiale o una texture possono fare la differenza, far ricadere la nostra attenzione proprio su quel marchio piuttosto che su un altro. Il fattore emotivo, emozionale che si nasconde dietro alle nostre scelte commerciali è fondamentale, e studiabile da varie discipline come ad esempio la psicologia dei colori.

 

 

L’anima del Packaging Design

L’obiettivo del packaging è quindi quello di attirare la nostra attenzione, di stupirci. Ma è importante per una buona riuscita a lungo termine che non sia ingannevole, ma rispetti il contenuto del prodotto e la storia dell’azienda. Nei casi più riusciti di packaging design la confezione entra proprio a far parte della storia del brand e diventa così riconoscibile da non poter essere associata a nessun altro marchio. Si pensi ad esempio alla bottiglietta di vetro del Campari. Non è solo il colore rosso della bevanda a farci immediatamente pensare all’aperitivo per antonomasia. Anche di fronte alla bottiglia vuota si è subito certi di trovarsi di fronte proprio a quel prodotto. Davide Campari già nel 1932 aveva compreso l’importanza del packaging e, quando ebbe l’idea di mandare in produzione il primo aperitivo monodose, chiese a Fortunato Depero di disegnarne la bottiglia. E ancora oggi la “confezione” a forma di calice rovesciato è immediatamente riconducibile al marchio Campari.

 

 

Il Packaging come persuasione

Ovviamente, pur non tradendo l’essenza del prodotto, nel Packaging Design è però fondamentale la ricerca della persuasione. Il lavoro del Packaging Designer è una ricerca continua, non soltanto sotto il punto di vista estetico (qual è la confezione più d’impatto, quella che farà posare lo sguardo del consumatore proprio sul mio prodotto?) ma anche da un punto di vista funzionale. Offrire sempre maggiore praticità ed efficacia nelle confezioni, la velocità nella preparazione o nell’utilizzo del prodotto può far pendere la tanto agognata scelta del cliente sul proprio marchio.

 

 

In conclusione

Il Packaging Designer deve seguire le esigenze del marketing MA (c’è un grosso ma) deve anche saper attingere alla propria creatività, perché quando questi due elementi trovano l’equilibrio perfetto, ecco che si ha un packaging fatto ad arte.

 

 

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