«Dato che il linguaggio è il mezzo con cui l’io si relaziona con la realtà, se è corrotto il tuo linguaggio significa che è corrotto il tuo rapporto con la realtà.»
Mai come oggi queste parole risultano attuali: in un mondo in cui la comunicazione è ovunque, parte integrante di qualsiasi ambito della società, tutto è saturo di informazioni e di contenuti. Fondamentale, quindi, sapersi districare in questo continuo processo di stimolazione.
Saper comunicare significa saper decodificare
Senza un terreno comune di incontro, senza la condivisione di un codice, la comunicazione fallisce in principio. Ciò vale innanzitutto per la vita di tutti i giorni, per il cittadino, l’essere umano inserito nella società, e di conseguenza vale nel mondo del lavoro. Essere un professionista della comunicazione implica una padronanza solida e ben definita delle strutture linguistiche della lingua italiana: è impensabile credere di poter lavorare in questo settore, in tutte le sue sfaccettature, se si prescinde da una ciò. L’uso consapevole e approfondito della lingua madre consente e agevola un naturale apprendimento della lingua straniera; inoltre, la conoscenza delle strutture semplici e complesse dei sistemi linguistici dà la giusta duttilità per lavorare in dimensione contrastiva.
Gli studi sul fenomeno dell’analfabetismo funzionale parlano chiaro: circa il 70% degli italiani legge, guarda, ascolta, ma non capisce: non è in grado di riformulare il contenuto, di riassumerlo, di rielaborarlo, di esprimerlo con altre parole. 7 persone su 10 non sono in grado di capire ciò che leggono o ascoltano. Lo studio della lingua italiana ha bisogno di tornare una priorità, dalla scuola primaria in poi: non è mai troppo tardi per riprendere qualche manuale di grammatica, per riflettere su qualche uso improprio che dilaga nella rete, nei social: dal piuttosto che erroneamente utilizzato con valore disgiuntivo, alla moda dei «ci sentiamo pomeriggio» e dei «vado a studio», all’uso indistinto di apostrofi e accenti come se fossero la stessa cosa… Questi sono solo alcuni tra gli abomini che la nostra cara favella è costretta a subire negli ultimi decenni.
In quest’ottica, l’offerta formativa del corso triennale di Mediazione Linguistica in editoria e marketing della SSML «Armando Curcio» si pone come obiettivo quello di consolidare, rafforzare e rispolverare le competenze per un uso consapevole, corretto e quindi efficace della lingua italiana.
Il piano di studi coniuga infatti gli insegnamenti legati alle lingue, alla comunicazione e al marketing, con quelli imprescindibili legati alla lingua italiana, alle tecniche di scrittura e alla rielaborazione di contenuti, con lo scopo di formare un professionista capace di rapportarsi alla realtà, parafrasando il filosofo austriaco, in maniera corretta.