Quando la lettura sale a bordo: una storia di biblioteche mobili
In un mondo che si muove veloce, anche i libri hanno imparato a viaggiare. L’idea della biblioteca itinerante nasce all’inizio del Novecento, come risposta concreta alla necessità di portare la lettura dove non c’erano librerie né biblioteche. Dai carri trainati da cavalli nelle campagne inglesi, ai bibliobus americani durante la Grande Depressione, la lettura ha trovato sempre nuovi modi per raggiungere anche i luoghi più isolati. Oggi, questa tradizione continua con lo stesso spirito: avvicinare le persone ai libri, ovunque esse siano.
Bibliobus: la biblioteca che suona il clacson
I bibliobus, veri e propri autobus trasformati in biblioteche su ruote, percorrono strade di montagna, quartieri periferici, paesi senza librerie. In Italia, esempi virtuosi si trovano in regioni come il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna o l’Abruzzo. In Francia e in Svezia, questi mezzi sono parte integrante del sistema bibliotecario nazionale. Alcuni offrono anche laboratori, letture ad alta voce e spazi per la socialità. Una biblioteca mobile che arriva dove nessuno arriva, suonando il clacson per annunciare che la cultura è in arrivo.
Zaini letterari e libri a dorso di mulo
Non sempre servono ruote per far viaggiare un libro. In Colombia, lungo i sentieri delle Ande, Luis Soriano ha creato la Biblioburro, una biblioteca ambulante su due asini, Alfa e Beto. Ogni settimana, porta libri ai bambini dei villaggi rurali. In Argentina, alcuni volontari portano zaini letterari pieni di storie nei quartieri più poveri. In Kenya, cammelli carichi di libri attraversano il deserto per raggiungere le scuole nomadi. Sono iniziative piccole, ma potentissime: dimostrano che basta un libro per aprire un mondo, anche nei luoghi più remoti.
Libri a sorpresa: treni, spiagge, fermate del bus
Ci sono anche biblioteche itineranti che appaiono nei luoghi più inaspettati. In Giappone, alcune linee ferroviarie offrono vagoni lettura per pendolari; in Croazia, durante l’estate, le biblioteche si trasferiscono in spiaggia, con lettini gratuiti e romanzi sotto l’ombrellone. In diverse città italiane, si stanno moltiplicando le “fermate letterarie”: piccole casette dei libri vicino alle pensiline del bus, dove puoi prendere o lasciare un volume, in attesa del prossimo viaggio. Ogni angolo può diventare un punto di partenza per leggere.
Una cultura che si mette in cammino
Il libro itinerante è molto più di un espediente logistico: è un atto simbolico. Portare un libro dove prima non c’era significa riconoscere il diritto alla cultura, ovunque ci si trovi. Significa trasformare ogni strada, piazza o deserto in uno spazio di sapere condiviso. Ogni bibliobus, ogni zaino carico di storie è una piccola rivoluzione: ci ricorda che la lettura non conosce confini, e che il viaggio più lungo comincia con una pagina sfogliata.