Ernesto: essere o fare?
È uscita da quasi tre mesi una nuova e davvero innovativa traduzione del capolavoro di Oscar Wilde The importance of being Earnest, a cura di Valentina Avon, che esordisce con la sua prima e audace traduzione letteraria.
Il titolo e non solo
Audace, sì, perché servono coraggio e preparazione per esordire con una scelta stilistica chiara e incisiva fin dall’intitolazione. L’importanza di fare l’Ernesto ha già mosso diverse critiche da parte del mondo letterario: in particolare sono quelle persone nostalgiche delle rese più tradizionali e anche più aderenti alla lingua a riscontrare un po’ di attrito con questo titolo. Ma la traduzione è arte e ingegno e con chi, se non con Wilde, sarebbe stato mai possibile imprimere al testo un segno così fortemente provocatorio e trasgressivo per stuzzicare l’appetito del pubblico?
Giochi di parole immancabili
Così Avon sceglie di conservare il peculiare sarcasmo della commedia mantenendo plurimo il numero dei narratori, delle deviazioni, dei fraintendimenti e degli equivoci volontari dell’autore, giocando però con la ricchezza semantica di entrambe le lingue, inglese e italiano, e valorizzando il cuore vivo di una commedia che può ancora adattarsi ai tempi nel rispetto del testo originario.
Il senso critico prima di tutto
Senza ricorrere agli schemi invasivi della cancel culture, la traduttrice ci insegna con maestria a valorizzare e rallentare il processo di invecchiamento di un testo (fisiologico in qualsiasi opera), senza intaccarne l’originalità e mantenendo vivo e attivo lo stimolo al senso critico di chi leggerà, o rileggerà, questa commedia seriamente frivola e scagliata contro le apparenze sociali.
Giulia Cianfanelli, 27/03/2023