Sarà risuonata, tra le pareti della vostra cameretta, una delle sue filastrocche, quando con il ditino morbido seguivate lettera per lettera la strofa da imparare a voce alta. E chissà se anche Gianni, da piccolo, ripeteva, mnemonico, qualche cantilena, camminando avanti e dietro nella bottega del papà fornaio.
Il prossimo 14 Aprile saranno trascorsi trentanove anni dalla scomparsa di Gianni Rodari.
E non solo. Nel 1960, per il suo «contributo duraturo alla letteratura per l’infanzia e la gioventù», vinse il Premio Andersen, il più prestigioso riconoscimento italiano per ragazzi ad autori, illustratori e editori.
Scrittore per bambini, per ragazzi e per genitori, ispirato dall’idea tradizionale di fiaba e contraddistinto dall’originalità delle sue trame, Gianni Rodari pubblicò nel 1973 l’unico volume teorico della sua produzione letteraria, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, frutto degli studi in letteratura fantastica. Secondo lo scrittore, la fiaba è, per i bambini, una chiave per comprendere la realtà e stimolare l’utilizzo dell’immaginazione.
“Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo”.
(Gianni Rodari)