Il terrore semantico è stato uno dei temi principali del famoso articolo “L’Antilingua” di Calvino, che affronta la difficoltà d’esprimersi in modo comprensibile. Il problema legato alla semantica del linguaggio è ancora presente al giorno d’oggi, considerando che la lingua scritta non è più solo limitata ad avvisi e rapporti di tipo commerciale e/o a messaggi di testo con un telefono cellulare, ma soprattutto dopo l’avvento dei social network.
Pertanto, essendo il social una piattaforma di visualizzazione pubblica, fa sì che risulti più evidente il limite della conoscenza della grammatica italiana. Gli errori di carattere generale, per qualsiasi età, si riscontrano principalmente nell’utilizzo del verbo avere, quando l’ “h” non viene messa oppure omessa, gli avverbi “letteralmente” e “praticamente” vengono utilizzati in contesti del tutto errati, oppure nel non saper distinguere il “ce” complemento o pronome con “c’è” forma verbale.
Al giorno d’oggi, rilevando questo tipo di errori, è possibile trovarsi in una situazione di “terrore sematico al contrario”: ovvero, può succedere di temere di fare correzioni all’interlocutore per non apparire poi fastidiosamente saccenti, mentre il più delle volte si tratterebbe solo di essere in buona fede.