Un viaggio tra i docenti – Francesco Valenzano

Un viaggio tra i docenti – Francesco Valenzano

L’elemento distintivo dell’Istituto Armando Curcio sono i suoi docenti, veri e propri professionisti del settore. Grazie a questi articoli ve li faremo conoscere meglio.

Francesco Valenzano, nato a Bari nel 1953, ora vive e lavora a Todi (PG). È diplomato in Elettronica Industriale e ha studiato architettura a Roma. Abbandona gli studi a pochi esami dalla laurea per dedicarsi alla pittura e successivamente alla grafica pubblicitaria che diventerà la sua attività prevalente con particolare dedizione allo studio di marchi, immagini coordinate e brochure. Il lavoro, la famiglia e gli anni che passano non cancellano e non gli fanno dimenticare la sua vera passione: l’architettura. Passione riconosciuta (come qualità indispensabile per dare il meglio di se stessi) da alcune società di costruzione e ristrutturazione che gli affidano numerosi progetti di interior design. Che si tratti quindi di grafica o di architettura il “PROGETTO” diventa sempre più l’elemento intorno al quale ruota la sua attenzione e i suoi interessi e “Intornoalsegno” è il nome che sceglierà per la sua società di progettazione. Pittura, architettura, grafica, musica (tutti i generi), libri e riviste sono “oggetto” di interesse quotidiano, nel lavoro e nel tempo libero.

Quali saranno i temi che verranno trattati nel corso?

I temi trattati nel corso sono strettamente legati ai “caratteri” e ai “font”, elementi spesso confusi fra loro, ma non sono la stessa cosa. Un font non potrebbe esistere senza un carattere, mentre un carattere può esistere senza un font. A questo punto bisogna frequentare il corso per capire il perché. In ogni caso sono due fattori indispensabili alla grafica, anzi si potrebbe dire che sono la GRAFICA, che si è sviluppata proprio intorno all’evoluzione continua dei caratteri trasformandoli da mezzo per rendere “bella” una scrittura a oggetto di comunicazione visiva, nella pubblicità, nell’editoria, in tutti i mezzi di comunicazione fino al web.

Dopo aver analizzato caratteri e font nelle loro specificità, anche dal punto di vista storico, si passerà alla composizione del testo visto come una costruzione architettonica che utilizza una struttura (gabbia) e impegna uno spazio che va dalla carta al monitor, uno spazio bidimensionale, ma pur sempre uno spazio, difficile da riempire correttamente sia dal punto di vista tecnico che da quello estetico: lo spazio della pagina, bianco, vuoto e profondo anche nelle misere dimensioni di un A4, difronte al quale non si sa mai da che parte cominciare quando bisogna affrontare un nuovo progetto.

Quindi procederò con una descrizione di alcune tecniche tipografiche che consentono poi di trasferire sulla carta e su una sempre maggiore quantità di supporti, parole, testi, immagini, contenuti che descrivono e ci aiutano a capire il nostro tempo, i nostri stili di vita, i nostri gusti e tutto ciò che fra mille anni qualcuno leggerà per conoscere l’uomo del 2000.

Si leggerà? Sì, si leggerà ancora. Ne sono convinto.

Quale è il progetto da lei realizzato che ricorda con maggiore interesse? 

Il lavoro a cui sono particolarmente legato è quello svolto per il gruppo T-Quadro, una azienda impegnata in attività legate alla “casa” (intermediazione immobiliare, ristrutturazione, progettazione, fornitura di materiali di finitura, offerta di servizi legali e notarili per le compravendite e prestazioni artigianali per le ristrutturazioni).

La collaborazione decennale con T-Quadro mi ha impegnato in una constante attività di progettazione grafica per le otto società del gruppo a partire dal logo e immagine coordiata a tutte le forme di comunicazione, brochure, depliant, presentazioni, stand fieristici, convention, affissioni e pubblicità su automezzi.

Per T-Quadro, oltre alla grafica e alla comunicazione, mi sono occupato, insieme all’architetto Stefano Noccaro, anche della progettazione degli uffici da distribuire su una superficie di 2000 mq di un edificio da ristrutturare. È stato impegnativo trovare la giusta collocazione degli uffici delle otto società del gruppo che pur espletando autonomamente le proprie attività avevano la necessità di integrarsi per alcuni progetti e condividere spazi e personale. E quasi a simboleggiare tale integrazione ho pensato ad un elemento che, come un filo (rosso), potesse cucire insieme le otto attività di T-Quadro. Ho progettato quindi una struttura metallica di 50 m di lunghezza che attraversando l’intero edificio e allungandosi fino all’esterno dell’edificio stesso avrebbe dovuto fare da supporto a numerose forme di comunicazione. L’idea della struttura è nata da un segno gestuale successivamente geometrizzato e quindi dimensionato opportunamente.

 
Cosa consiglia a chi si vuole avvicinare al mondo dell’interior design?

Se il consiglio è rivolto ai giovani che vogliono avvicinarsi al mondo dell’interior design, come a qualsiasi altra attività creativa, credo che non ce ne sia bisogno perché i giovani, nonostante quello che si pensa, hanno le idee chiare soprattutto quando hanno a che fare con la creatività e sono convinto che qualsiasi consiglio inquinerebbe la freschezza, l’ingenuità, l’ambizione e il sogno, caratteristiche naturali di un giovane creativo.   

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