Quando le è stato assegnato di lavorare alla traduzione del grande classico della letteratura Emma di Jane Austen, come si è sentita? Quali valori dell’opera e dei suoi personaggi la colpiscono maggiormente?
Ricordo bene il momento in cui mi hanno comunicato il romanzo assegnato al mio nome ed ero entusiasta. Vengo da una formazione umanistico-letteraria che mi ha insegnato il peso delle parole e soprattutto dell’importanza di queste in un determinato periodo storico. Da traduttrice ho subito sentito questo peso e la responsabilità di veicolare, nel modo giusto, il messaggio e le intenzioni di una delle autrici inglesi più importanti della letteratura. Nel corso del lavoro non puoi far altro che entrare totalmente nei panni dei personaggi che prendono vita attraverso l’inchiostro, e tra i tanti la caratterizzazione più riuscita è, secondo me, quella della protagonista. Non solo per l’aspetto umano, per l’evoluzione personale e sentimentale, ma anche per il modo così schietto e ironico che l’autrice ha utilizzato per darle una forma.
Come si è sviluppato il suo lavoro di traduzione dell’opera?
Inizialmente la cosa più importante per me era riuscire a rimanere fedele il più possibile al linguaggio originale e non rischiare, quindi, di perdere quell’ironia così preponderante all’interno del romanzo. Successivamente mi sono resa conto che, invece, la cosa più importante era arrivare nel miglior modo possibile ai lettori, essendo questa una collana dedicata ai ragazzi, chiamata appunto Curcio Young. Ho cercato, dunque, di adattare il testo alla vita e alle maniere del giorno d’oggi, senza però eliminare le caratteristiche che appartengono alla scrittura della Austen.
Come valuta la supervisione dell’Istituto Armando Curcio durante il corso di Alta Formazione Il Traduttore Editoriale? E come si è svolta?
Onestamente credo di aver sperimentato un ambiente rispettoso e desideroso di dare una possibilità. Pochi, nel mondo istituzionale attuale, danno così tanto in così poco tempo. Per intenderci, in tre mesi sono stati in grado di dare nozioni reali e concrete riguardo questo contesto lavorativo che si basa sulla praticità, piuttosto che su una serie di astratte teorie. Sono entrata come una tela bianca e sono uscita con lo sfondo pieno di colori. Diritto d’autore, correzione di bozze, proposta editoriale, commento critico, traduzione, editing, tutto quello di cui non pensavo di aver bisogno ma che adesso so essere fondamentale. Prima di questo corso, ero fermamente convinta di voler essere un certo tipo di figura professionale; a oggi, grazie a loro, ho scoperto chi voglio essere nella vita e come definirmi all’interno di un contesto lavorativo. Mi hanno dato competenza.
È soddisfatta del risultato del corso ora che la sua traduzione è stata pubblicata da Armando Curcio Editore?
Sono veramente molto soddisfatta del lavoro che ho portato a termine. So di essermi impegnata molto, so di aver raggiunto dei risultati, so che una pubblicazione è una cosa importantissima e so che mai rimpiangerò il tempo impiegato in questo corso.
Intervista di Lucrezia D’Antoni, 22.03.2023