Banksy a Roma
Fino al 4 settembre a Palazzo Cipolla in Via del Corso a Roma è possibile vedere 150 opere di Banksy grazie alla mostra “Guerra, capitalismo & libertà”; Banksy è un genio della street-art ed in questo articolo approfondiremo diversi suoi aspetti.
Artista e writer inglese, le sue opere sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l’etica. Banksy utilizza la tecnica dello stencil per le sue opere, opere che si sono propagate prima a Bristol, poi a Londra fino ad arrivare in tutte le capitali europee.
Una delle caratteristiche che lo ha reso famoso è la sua abilità nel riuscire ad entrare nei musei più importanti del mondo e appendere sue opere tra le altre già presenti. Riesce a riprodurre quadri in perfetto stile settecentesco, ma ogni volta aggiunge dei particolari “moderni” o dissacranti come sua firma.
Banksy Rats
A Londra aveva utilizzato i suoi stencil di topi per riempire la città, la scelta del topo è stata dettata dalla sua idea che “Se sei piccolo, insignificante e poco amato allora i topi sono il modello definitivo da seguire”.
I suoi murales sono diventate sempre più opere d’arte con valori stimati da capogiro, alcuni sono stati rimossi e messi all’asta mentre altri hanno attirato le attenzioni “sbagliate” e sono stati ricoperti o cancellati.
Un esempio era il famoso murales con gli attori di Pulp Fiction con delle banane al posto delle pistole presente in una fermata della famosa tube londinese, il valore stimato era di 450mila euro, ma venne ricoperto con della vernice nera scatenando reazioni di appassionati e critici.
Nell’agosto del 2005 Banksy ha realizzato dei murales sulla barriera di separazione israeliana, costruita dal governo israeliano nei territori della Cisgiordania. Le caratteristiche di questi murales sono veri e propri squarci nel muro che permettono di “vedere” cosa c’è dall’altra parte.
La sua identità
Quello che non si conosce solitamente spaventa ed è così anche per Banksy, nonostante le sue abilità siano eccezionali e le sue opere apprezzate da milioni di persone al mondo, il fatto che si nasconda dietro l’anonimato ha spinto ricerche continue sulla sua reale identità.
Gli studiosi della Queen Mary University di Londra ritengono che l’artista sarebbe al secolo Robin Gunningham, come già aveva ipotizzato il Mail on Sunday nel 2008; hanno utilizzato una tecnologia di localizzazione geografica, mutuata dalla lotta al crimine, che ha permesso di trovare una serie di corrispondenze fra i luoghi a Londra e Bristol dove sono apparse le opere attribuite al ‘writer’ e una serie di indirizzi associati a Gunningham.
Personalmente non siamo interessati alla sua reale identità, preferiamo godere delle sue opere e fino al 4 settembre basterà recarsi a Roma per vederle dal vivo in tutta la loro bellezza.