Leggiamo in quest’intervista all’illustratrice Stella Pianelli qualcosa di più su “Il passero e il fuoco d’artificio”, di Giancarla Dapporto.
Che cosa hai pensato dopo aver letto la storia? E come hai immaginato le figure che avrebbero dovuto prendere corpo per raccontare questo progetto?
La storia mi è piaciuta moltissimo già dopo la prima lettura. Ho capito che avevo tra le mani un testo ricco di cose da raccontare, oltre, ovviamente, la storia dei due protagonisti.
Ho avuto subito chiare le ambientazioni in cui inserire i personaggi; il fatto che il racconto si svolgesse nel giorno dell’Epifania, quindi durante le feste natalizie, ha evocato nel mio immaginario ambienti, suoni, odori, colori che spero di essere riuscita a trasmettere nelle illustrazioni.
Per i due personaggi principali ho cercato di dare al passerotto un’aria vispa, intelligente e ironica, facendogli assumere delle pose e degli atteggiamenti che facessero anche ridere il lettore: il testo è molto spesso ironico e fa sorridere soprattutto nei dialoghi dei due personaggi.
Per il Fuoco d’artificio ho riflettuto molto se rappresentarlo antropomorficamente o no. Alla fine ho optato per un aspetto realistico, quello di un piccolo razzo, lavorando molto sulle forme e sul movimento ho cercato di ricreare la sensazione che fosse vivo, che parlasse e che si muovesse.
Quale tecnica hai scelto di usare? E perché?
Ho scelto di usare la tecnica dell’acquarello perchè volevo creare delle texture leggere e particolari soprattutto per i due personaggi principali e giocare molto sulle trasparenze del cielo notturno non appesantendo l’immagine.
I due personaggi sono inseriti in una cittadina innevata e il gioco di colori con il bianco della neve e le trasparenze dell’acquerello danno, a mio parere, una sensazione di sofficità e di leggerezza a tutta la tavola.
Qual è secondo te, anche tramite l’illustrazione, il messaggio più importante che questo libro può lasciare a un giovane lettore?
Ci sono tanti messaggi importanti in questo libro per un giovane d’oggi. Cercherò di essere concisa perché ci sarebbe da dire molto a riguardo.
Senz’altro è un racconto che ci parla di amicizia, ma non solo, è un racconto che ci parla di solidarietà.
Il passerotto non solo instaura un rapporto di amicizia con il fuoco d’artificio, ma lo aiuta nelle sue difficoltà; non a caso questi lo battezza con il nome di “aiutante”.
Inoltre è un racconto che parla di diversità e di come queste non debbano allontanare ma avvicinare!
Il passero incontra questo “essere” così diverso da lui e dal suo mondo e se ne incuriosisce, vuole conoscerlo e alla fine tra i due nasce una tenera e sincera amicizia dove entrambi danno qualcosa l’uno all’altro
L’illustrazione con la quale più mi sono avvicinata a questo messaggio è proprio quella in cui il passero scorge per la prima volta il fuoco d’artificio e gli si avvicina, non si spaventa delle diversità della forma e dei colori, così contrastanti, ma spalanca gli occhioni e lo guarda con fare curioso e meravigliato.