Intervista alla traduttrice
Mariagrazia Kuris ci parla di Robin Hood
Quando le è stata assegnata la traduzione del grande classico Robin Hood di Alexandre Dumas, come si è sentita? Quali valori dell’opera e dei suoi personaggi la colpiscono maggiormente?
Si tratta di un libro che avevo letto da bambina (ovviamente si trattava di un adattamento per ragazzi) ed è stato un po’ come tornare indietro nel tempo. La lettura dell’edizione integrale in francese ha riservato delle sorprese: il libro è disomogeneo, e presenta incongruenze, contraddizioni e lunghi dialoghi ridondanti, che non mi aspettavo di trovare.
Del libro di Robin Hood, oggi come da bambina, mi affascina il modo di vivere dei personaggi, nella foresta, a contatto con la natura, e la loro capacità di essere autosufficienti. Sono molto belli anche certi amori e amicizie tra alcuni di loro. È interessante lo sfondo storico, e ancor più la figura di Robin, non tanto per come è descritta nel libro, ma per il fatto che vi si fondono storia e leggenda.
Come si è svolto il suo lavoro di traduzione?
All’inizio traducevo letteralmente, poi ho capito che potevo eliminare direttamente alcune parti (tagliare certi dialoghi e alcune descrizioni troppo dettagliate e inutili ai fini della narrazione). Ho comunque preferito portare a termine la traduzione di tutto il testo e poi procedere gradualmente con altri tagli (per esempio eliminando aggettivi o riassumendo alcune vicende narrate con troppi dettagli), fino a raggiungere il numero di battute previsto. Ho dovuto tagliare ben più di un terzo del testo originale, ma non ho assolutamente modificato la storia, né le caratteristiche dei personaggi.
Come valuta la supervisione dell’Istituto Armando Curcio durante il corso di Alta Formazione Il traduttore per l’editoria? E come si è svolta?
Avrei voluto rivedere con più calma il lavoro, dopo la revisione dell’editor, ma purtroppo in quei giorni sono stata vittima di un’influenza molto pesante e mi sono accorta un po’ tardi che mi era stata rispedita la copia con le correzioni. Ho quindi riletto tutto piuttosto in fretta, per riuscire a rispettare i tempi di consegna. Non mi sembra che il lavoro sia stato oggetto di modifiche sostanziali, ma solo di qualche piccolo ritocco. Durante il corso ho trovato molto utile la parte sulle norme redazionali, che spero di essere riuscita a rispettare, e in generale ne ho apprezzato l’impostazione pratica.
È soddisfatta del risultato ora che la sua traduzione è stata pubblicata con Risfoglia?
Direi di sì, nel complesso, anche se credo che si tratti di un tipo di attività in cui c’è sempre da imparare e dove conta anche accumulare esperienze diverse. Il Robin Hood attribuito ad Alexandre Dumas, che ho tradotto, è un testo piuttosto lungo: procedendo nel lavoro ho cominciato ad acquisire maggiore sicurezza, ma anche a pormi delle domande e forse a cambiare il modo di “relazionarmi” con il testo. Cambiando autore, o genere, ecc. i problemi da affrontare possono essere anche molto diversi. Probabilmente ogni libro da tradurre rappresenta una specie di nuova sfida.
Intervista di Lucrezia D’Antoni