Tradurre tra due mondi: l’autore e il lettore
La traduzione di un’opera letteraria rappresenta un affascinante e complesso atto di mediazione tra due mondi: quello dell’autore e quello del lettore. È con queste parole che Anna Calza descrive la sua esperienza nella traduzione di A Study in Scarlet, il romanzo che inaugura le avventure di Sherlock Holmes. Un lavoro che non si è limitato alla resa delle parole, ma ha richiesto un tuffo nello stile, nelle atmosfere e nel contesto culturale dell’opera, per restituirne la voce con autenticità e rispetto.
Un approccio empatico alla traduzione
Fin dall’inizio, Anna ha affrontato il testo con un approccio empatico e riflessivo: ha lasciato che la storia maturasse dentro di lei, consapevole che conoscere a fondo il libro fosse il primo passo per cogliere la complessità dei personaggi e delle dinamiche narrative. Ha evitato una traduzione letterale, preferendo soluzioni linguistiche che potessero mantenere vive le sfumature dell’inglese senza appiattirle nella rigidità dell’italiano. Un’operazione sottile, quasi invisibile, ma decisiva per restituire al lettore l’esperienza originale.
Oltre la lettera: fedeltà allo stile di Conan Doyle
Uno degli aspetti che ha richiesto maggiore attenzione è stato lo stile di Arthur Conan Doyle: elegante, evocativo, ricco di dettagli e descrizioni vivide. Anna ha lavorato per mantenere questa raffinatezza, adattando il registro senza renderlo distante per un lettore contemporaneo. La sfida è stata quella di restituire un linguaggio preciso e curato, capace di trasmettere la stessa atmosfera dell’originale senza snaturarlo.
Atmosfere a confronto: Londra e il West americano
Grande parte del lavoro ha riguardato anche la componente visiva e storica del romanzo. A Study in Scarlet si muove tra due ambientazioni molto diverse: la Londra vittoriana e il deserto degli Stati Uniti. Ricreare la nebbia, il fango, i luoghi chiusi della capitale inglese così come i paesaggi vasti, aridi e pieni di tensione del West americano ha richiesto una meticolosa attività di ricerca. Anna ha consultato fonti storiche, immagini e documenti, cercando di restituire ogni dettaglio con fedeltà, compresa la terminologia legata alla cultura mormonica, elemento chiave in una parte del racconto.
Dialoghi brillanti: la sfida dell’ironia e del sottinteso
Infine, non sono mancate le sfide linguistiche più sottili, come i dialoghi tra Holmes e Watson, densi di umorismo, giochi di parole e sottintesi. Tradurli senza perdere brillantezza e leggerezza è stato, per la traduttrice, un esercizio di equilibrio creativo. Un’esperienza che Anna definisce coinvolgente e divertente, capace di metterla alla prova e, allo stesso tempo, di farla crescere come professionista e lettrice. Perché, come lei stessa scrive, tradurre significa anche rendere vivi i paesaggi, le emozioni e le atmosfere di un testo; e accompagnare chi legge in un mondo che, per quanto lontano, possa sentirsi vicino.