L’autore invisibile: il traduttore dietro le quinte
Dietro ogni grande libro tradotto c’è una figura che spesso resta nell’ombra: il traduttore. Lontano dai riflettori, lavora con attenzione, sensibilità e rigore per trasportare un testo da una lingua all’altra, cercando di preservarne il senso, la voce, lo stile. Eppure, in questo processo, lascia inevitabilmente la propria impronta. Il traduttore è una “presenza silenziosa”, ma fondamentale, un autore invisibile che contribuisce a creare il libro così come lo leggiamo.
Tradurre è creare: tra fedeltà e libertà
Tradurre non è un semplice esercizio di equivalenza: è un atto creativo. Ogni scelta lessicale, ogni ritmo, ogni sfumatura restituita comporta un dialogo costante con l’originale e, al tempo stesso, con il lettore della nuova lingua. Spesso il traduttore deve decidere cosa mantenere, cosa adattare, cosa “riscrivere” per non tradire lo spirito dell’opera. In questa tensione tra fedeltà e libertà si gioca tutta la complessità dell’autorialità nella traduzione.
Traduzioni che fanno scuola: storie di eccellenza
Esistono traduzioni che diventano più celebri delle opere da cui provengono, e traduttori che hanno fatto scuola per la loro capacità di rinnovare la lingua d’arrivo. Pensiamo a Cesare Pavese e la sua resa di Moby Dick, o a Fernanda Pivano con gli autori della beat generation. Anche oggi, molti traduttori agiscono con cura e inventiva, spesso in dialogo con gli autori originali o con testi di epoche lontane, cercando un equilibrio tra rispetto e interpretazione.
L’autorialità nella traduzione: una presenza stilistica e culturale
La figura del traduttore ci invita a riflettere sul concetto stesso di autorialità. Se un testo cambia lingua, cambia inevitabilmente forma: chi lo ha tradotto ne è anche, in qualche modo, co-autore. Le sue scelte stilistiche, la sua sensibilità culturale, persino le sue omissioni raccontano qualcosa di lui. Eppure, troppo spesso, il suo nome resta in secondo piano, quasi scomparendo dietro quello dell’autore originale.
Tradurre come professione: formarsi per diventare protagonisti
Proprio per valorizzare questa figura così centrale, l’Istituto Armando Curcio offre percorsi formativi mirati come il Corso di Alta Specializzazione in Traduzione Editoriale, pensato per fornire strumenti pratici e teorici a chi desidera lavorare nel mondo della traduzione letteraria. Il corso accompagna i partecipanti in un viaggio tra teoria, tecnica e laboratorio, permettendo loro di cimentarsi concretamente con testi complessi e affascinanti, fino alla pubblicazione vera e propria. Un’esperienza unica, che riconosce al traduttore un ruolo pienamente autoriale.